Prima assoluta in Italia per l'ultima produzione del Teatro Nazionale di Genova, con la regia di Davide Livermore.
Un autore praticamente sconosciuto in Italia, con un’opera non solo mai rappresentata nel nostro Paese ma neppure mai pubblicata: è stata infatti tradotta per l’occasione. L’autore si chiama Nicolas Bedos ed è francese; il dramma si intitola Il viaggio di Victor; a tradurlo è stata Monica Capuani, un segugio che si auto-sguinzaglia sulle tracce del nuovo teatro europeo.
Il Teatro Nazionale di Genova ha scelto quindi di prendersi un grosso rischio e chiudere la stagione delle sue produzioni con un’opera che sta agli antipodi del concetto di "usato sicuro”. Ad assumere il peso dell’operazione sulle sue spalle, incaricandosi della regia, è stato il direttore del TN Genova Davide Livermore. Lo spettacolo è co-prodotto dal Teatro di Napoli.
In scena ci sono due attori di peso come Linda Gennari e Antonio Zavatteri. La prima al teatro Gustavo Modena di Genova (nominato “Monumento Nazionale” pochi giorni fa) sarà venerdì 3 maggio, con repliche fino al 19 maggio (Date e Biglietti). Lo spettacolo andrà in tournée in altre sale italiane nella stagione 2024/2025.
Un viaggio nella memoria e nell'anima
Nicolas Bedos, classe 1979, è attore, regista e drammaturgo. Ultimamente ha lavorato più nel cinema. La sua poetica osserva da vicino la vita e i sentimenti degli esseri umani di oggi, con le loro paure, contraddizioni, slanci, aspirazioni. Come in questo Il viaggio di Victor, appunto.
Il viaggio di Victor è la storia di un uomo che ha perso la memoria dopo un incidente d’auto e di una donna che lo assiste. Lui non sa più se gli piace il tè o il caffè, non riconosce la sua casa e tantomeno le persone che lo salutano per strada. Lei lo incoraggia a riavvolgere il nastro, a cercare i ricordi, lo richiama alla sua responsabilità: sembra conoscerlo molto meglio di quanto lui non voglia ammettere.
Il dialogo tra Victor e Marion è come una spirale, non ci sono vie d’uscita. Nello spettacolo di Davide Livermore le battute dei due attori si intrecciano a musiche che vanno da Bach ad Arvo Part. Parole confuse, a volte appassionate, a volte cattive, quelle di lui. Parole chiare, pazienti, a tratti disperate, quelle di lei. Passo dopo passo, segreti e ricordi si ricomporranno come un puzzle, svelando l’indicibile mistero che aleggia tra loro.
Affrontare il tema del destino con un dramma moderno
"Cercare la verità della nostra storia è il lavoro che la vita richiede a ognuno di noi – afferma Davide Livermore - Victor e Marion hanno bisogno di fare emergere e accettare una verità dolorosissima. Ma questo spettacolo ci insegna che solo attraverso il coraggio di creare, nel proprio cuore e nella propria vita, uno spazio in cui accogliere le anime degli altri (soprattutto quelle che non ci sono più) possiamo offrire loro la possibilità di sciogliere i nodi dolorosi del cammino terrestre".
“Questo spettacolo – afferma Andrea Porqueddu, dramaturg del TN Genova – prende il grande gesto del teatro classico all’aperto e lo conduce dentro il chiuso di una stanza. Abbiamo voluto affrontare il tema classico del destino in un dramma moderno. C’è un enorme slancio tragico in questo testo che ad una lettura superficiale potrebbe sembrare una commedia”.
In scena torna Giorgio Armani
Gli abiti dei due protagonisti sono di Giorgio Armani, che ha già collaborato più volte con Livermore. In scena tornano l’iper-tecnologico ledwall a pavimento e un grande specchio sul soffitto, già utilizzati in altre produzioni.
“Leggo il testo dell'autore francese come un lungo compianto – conclude Livermore - Il covid ci ha purtroppo fatto capire che è possibile morire da soli. E questo ci fa sentire la responsabilità di accompagnare le anime dall'altra parte. Anche al teatro”.